MAURIZIO FRULLANI
Maurizio Frullani (Ronchi dei Legionari, Gorizia 1942-2015)
Attento viaggiatore, affascinato dal mondo orientale, dalla sua storia e filosofia, dai paesaggi e soprattutto dalle genti ha, già dalla metà degli anni ’70, abbinato la curiosità a un’altra grande passione: la fotografia.
A bordo di un furgone Volkswagen, nei mesi estivi alla chiusura delle scuole (era insegnante di educazione fisica), si mette in viaggio alla volta di Turchia, Ladakh, Afghanistan, India con le sue Hasselblad e Leica sempre accanto. In India ritorna più volte e negli anni ’80 nasce il ciclo Sulla Strada del Raga, con i ritratti dei musici indiani, maestri di Sitar ( da cui imparerà quest’antica disciplina), artigiani e liutai.
A Ronchi continua la sua indagine su artisti e artigiani: pittori, scultori, musicisti, letterati, critici, studiosi del territorio ripresi nei luoghi a loro vicini. Nel 1987 viene pubblicato il volume Artisti a cura di Giulio Montenero, ampliato e rivisto in una nuova edizione nel 2017. Dal 1993 al 2000 si trasferisce con la famiglia ad Asmara in Eritrea dove insegna alla locale scuola italiana.
Un’occasione per avvicinarsi alle genti africane che immortala in una serie di straordinari ritratti. Donne e uomini ripresi nelle loro case, in città e nel deserto, nei luoghi di lavoro, officine, treni, mercati. Mai scatti rubati ma sempre in posa, con lo sguardo diretto in camera, visi e occhi che raccontano la propria storia e quella della loro terra.
Da queste esperienze nascono gli ultimi cicli, datati tra il 2003 e il 2012, Racconti di Sherazade, Santi miti e leggende e Il vestito nero di Baba Yaga, che mettono in scena con creatività e ironia la sua visione di alcune leggende e favole. Tableaux vivants costruiti in anni di studio e realizzati con la raffinata eleganza che ha sempre caratterizzato ogni suo scatto: lo “stile” Frullani, un bianco e nero perfetto, attento alle sfumature, a volte vellutato, a volte dagli accenti contrastati, preciso nei dettagli e creativo nel racconto.
Moltissime le mostre a cui ha partecipato sia collettive che personali.
Oggi i figli, Giacomo e Mattia, si occupano della valorizzazione dell’archivio del padre, promuovendo, assieme a trart, mostre e pubblicazioni sia in Italia che all’estero.