ALDO SCHMID
La ricerca pittorica e grafica dell’artista trentino Aldo Schmid (Trento, 1935 - Monzuno, Bologna, 1978) rappresenta una delle esperienze più compiute e coerenti all’interno della ricerca sulle potenzialità espressive del colore che caratterizza alcune delle esperienze artistiche internazionali a partire dalla fine degli anni sessanta.
Durante i corsi superiori all'Istituto magistrale a Trento, matura un forte interesse per l'arte. Approfondisce la conoscenza delle ricerche artistiche di primo novecento e visita mostre e studi di artisti. In particolare, a Venezia frequenta l'artista Virgilio Guidi e il critico d'arte Toni Toniato. Dal 1957 espone i suoi primi lavori, ispirati al "movimento figurativo" a Riva del Garda. Negli anni 1959 e 1960 frequenta a Salisburgo i corsi diretti dall'artista Oskar Kokoshka, all’Accademia estiva fondata dall’artista austriaco nel 1953. La “Scuola del Vedere”, come viene chiamata, rappresenta un punto di incontro internazionale per artisti di diverse origini, età, e formazione contrapponendosi alle tradizionali accademie d’arte. Aldo Schmid è affascinato dalla intensa neofigurazione del soggetto umano insegnata dal Maestro. Nel biennio 1964-1965, successivamente alle ‘Sequenze psico-fisiche’, segue l’infaticabile ricerca dedicata al colore come elemento fondante della sua poetica, avvicinandosi alle esperienze dello svizzero Itten. Nell’evolversi della sua ricerca, Schmid approfondisce la complessa fenomenologia delle opposizioni e delle simultaneità cromatiche tramite comparazioni percettive, seguendo pratiche metodologiche rigorosamente verificabili e studiate sul piano teorico. In questi anni frequenta gli ambienti artistici di Roma e Milano e nel 1967, con il pittore giapponese Nobuya Abe, condivide l’esperienza di ricerca "Illumination", che riuniva artisti di vari paesi impegnati nelle ricerche sul colore e sulla nuova astrazione: Mira Brtka, Milena Cubrakovic, Marcia Hafif, Paolo Patelli.
Dagli anni settanta, dopo il ciclo dedicato alle "Strutture colore", esposto alla Biennale di Venezia del 1972, inizia la ricerca sulle "Sequenze" e sulle "Frequenze": opere caratterizzate da un processo di verifica oggettiva dei rapporti fra colori primari e secondari.
Nel 1977, insieme a Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini, Luigi Senesi, Giuseppe Wenter Marini, firma il Manifesto ‘Astrazione Oggettiva’, condividendo la stessa esperienza di pittura pura e indagine estetica del colore. Nel 1978 è in contatto con un noto editore italiano per pubblicare il suo libro sulla teoria del colore. In viaggio per Roma, dove andava per discutere l'introduzione del volume, rimane vittima del tragico incidente ferroviario avvenuto sulla linea Bologna-Firenze.
Nel 1986 la sua opera è esposta a Venezia alla XLIII Biennale Internazionale d'arte dedicata al tema Arte e Scienza. Nel 2000 il MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, in occasione della donazione di un centinaio di opere da parte della famiglia, pubblica il Catalogo Ragionato dell'opera di Aldo Schmid.
