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©ROSANNA CAVALLINI     SANTA BARBARA 2022

SANTE E BEATE

A CURA DI HORTUS ARTIERI

                              

Opere  di

Rosanna Cavallini

 

Inaugurazione:

7 ottobre  2022 - 18:00 / 21:00

8 ottobre  2022 - 10:30 / 12:30

 

Dal 7 OTTOBRE  al 12 NOVEMBRE 2022

 

Orari:

Giovedì/Venerdì/Sabato 10:30/12:30

Nel pomeriggio di Giovedì e Venerdì su appuntamento

Luogo:

HORTUS ARTIERI

Vicolo dei Birri 7 - 38122 Trento

Dipingere famose sante della tradizione cristiana, facendo indossare i trachten, i fastosi e festivi costumi tirolesi, mettere nelle mani di Barbara, santa protettrice degli artificieri e dei muratori un boccale di birra, moltiplicare il numero delle sante e delle beate laiche raffigurate può sembrare, a prima vista, un’operazione irriverente nei confronti di un culto secolarmente codificato, quello dei santi.

Non è così ed è l’artista stessa, Rosanna Cavallini, che ce lo rivela, raccontando la genesi di questa singolare mostra che trova accoglienza negli spazi dell’Associazione Hortus Artieri e che sarà aperta ai visitatori nei mesi di ottobre e novembre.

Il Mondo figurativo di Rosanna Cavallini è quello dell’universo femminile declinato nella varietà delle sue forme e il terreno intellettuale e di studio su cui nei decenni ha costruito un percorso di esperta etnografa e poi di collezionista è quello dell’arte popolare, in particolare dei saperi e delle arti femminili, dell’iconografia devozionale.

Era inevitabile allora che i due percorsi confluissero in un progetto artistico: la personale espressione pittorica che vede al suo centro il mondo femminile e la lunga immersione nell’arte religiosa popolare che negli anni diventa confidenza con “le deliziose immagini di sante”.

Nella mostra compaiono quadri di Sante cristiane, note e meno note. Agata, Lucia, Teresa del Bambin Gesù… fino alla santa contadina tedesca Notburga, martiri alcune, tutte protettrice di arti e mestieri, declassate in parte dal canone controriformista ma sempre vive nell’immaginario popolare o ancora oggetto di venerazione e culto nelle esposizioni pubbliche e processioni.

Tutte sono raffigurate con i tratti distintivi dell’iconografia cristiana ma trasfigurate in un magico volo di fantasia dai colori accesi, che la pittrice predilige, avvolte dall’ornamento di stoffe preziose, in un’ambientazione surreale in cui corpi e volti sono immersi, sospesi in uno spazio privo di oggetti ma denso di colore. I tratti volutamente ingenui richiamano le fonti di ispirazione: le stampe Remondini, le statue di cera, le pitture dietrovetro, oggetti di cui Rosanna Cavallini è studiosa e collezionista appassionata.

L’artista realizza così una sua personale galleria devozionale, ridando vita a quella lunga tradizione popolare di “Santi nell’armadio” che i contadini tenevano nei semplici mobili della casa a protezione della vita domestica, a conforto di dolori e disgrazie che affliggevano le loro vite di poveri e di cui le donne, segregate in una vita ristretta nei confini del focolare, erano sapienti consolatrici e guaritrici.

Accanto a questa serie, una più ridotta nel numero: quella delle beate.

Sono rappresentazioni di donne che nello spirito della pittrice hanno raggiunto, in una dimensione esclusivamente laica e non religiosa, una beatitudine fatta di spirito di accoglienza, benevolenza, sensibilità e attenzione alle vite altrui. Rosanna Cavallini si allontana da una tradizione di immagini che nel tempo è diventata sua e ne inventa una nuova, accogliendo della precedente solo alcuni elementi come per esempio i gigli, simbolo di purezza, e serie di ex voto.

Si tratta di persone amiche, ispiratrici, figure anonime che l’artista reputa degne di una beatitudine laica. La pittrice tedesca maestra del bianco e nero, sofferente per le devastazioni della guerra e dei lutti familiari, l’amica esperta tessitrice di arazzi, devota cultrice dell’arte del marito, l’anonima donna di Kabul senza volto e senza nome, l’ostessa maestra di sommessa accoglienza, la bambina uccisa, addobbata da una veste preziosa che, nella sua infanzia tragicamente interrotta, sicuramente avrebbe voluto indossare.

Il progetto artistico si ferma qui, i tratti dei volti e delle figure si fanno in alcune immagini sbiaditi, perdendo l’intensità dei colori e la vivezza dei segni e vagamente assumono i contorni di una pittura espressionista. Per la novità, la complessità intellettuale, umana e devozionale, la narrazione delle beate in terra sembra ambire ad una futura prosecuzione.

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